Ufficio di Maria Vergine Immacolata
attribuito a S. Bonaventura, Dottore della Chiesa
Nota introduttiva

Edizione a cura di Egidio Ridolfo s.j. - Sonia Andreoli

Quando venne la "pienezza dei tempi", Dio, che fa belle tutte le sue cose, pensò alla donna che doveva fare da madre al suo Figlio fatto uomo, e decise di farla tutta bella, Immacolata. E' Maria, l'umile fanciulla di Nazareth, che liberamente accettò quanto il Signore le comunicò attraverso l'Arcangelo Gabriele. L'ammirazione gioiosa dei cristiani, di fronte a questa originale creatura di Dio, è esplosa attraverso i secoli nella poesia, nell'arte, nella devozione popolare, nella Liturgia.

S. Bonaventura (1221-1274), religioso dell'ordine francescano, insigne filosofo e teologo, insegnò alla Sorbona di Parigi e fu amico del domenicano S. Tommaso d'Aquino. Consacrato Vescovo e poi Cardinale, venne canonizzato nel 1482 da Sisto IV, e proclamato Dottore della Chiesa da papa Sisto V nel 1588.

L'Ufficio di Maria Vergine Immacolata è attribuito a S. Bonaventura, anche se questa attribuzione non è certa. E' pieno di riferimenti biblici, di spunti teologici, e si ispira nella forma alla classica "Liturgia delle Ore". Testimonia la profondità della devozione mariana nell'ambito della spiritualità francescana. Di fatto appare come una preghiera contemplativa, che ha nutrito lo spirito di innumerevoli generazioni cristiane lungo i secoli, facendo anche da modello a successivi simili "Uffici dell'Immacolata". Testimonia anche come nella Chiesa del tempo era già vasta la convinzione che Maria fosse stata concepita senza peccato originale, in previsione dell’Incarnazione del Figlio di Dio, e questo molti secoli prima che Pio IX, sentito il parere dei vescovi, con l’enciclica Ineffabilis Deus, decretasse come dogma l’Immacolata Concezione della Vergine Maria. Era l’8 dicembre 1854.

Due apparizioni mariane, che sono state approvate dalla Chiesa, hanno confermato questa verità. La prima, precedente al dogma, è quella del 1830 a S. Caterina Labouré ed è nota come quella della Vergine della Medaglia miracolosa. Questa medaglia, come riferì Caterina, allora novizia delle Suore di S. Vincenzo, riportava, attorno all’immagine della Santa Vergine, la scritta "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi". Anche ai nostri tempi questa medaglia è diffusissima in tutto il mondo cristiano.

La seconda apparizione è quella celebre dell’Immacolata a Lourdes, quando la giovane pastorella Bernadette Soubirous vide più volte la S. Vergine, che si presentò a lei con le parole "Io sono l’Immacolata Concezione". Questo nel 1858, quattro anni dopo il dogma stabilito da Pio IX.

Anche la Compagnia di Gesù ha sempre ritenuto verità di fede che la Vergine Maria è stata concepita senza peccato originale. Un esempio lo abbiamo proprio qui a Napoli, dove l’odierna chiesa conosciuta come "Gesù Nuovo" venne dedicata fin dall’origine, nel 1601, all’Immacolata, e anche oggi il titolo ufficiale è "Chiesa dell’Immacolata al Gesù Nuovo". Nel 1747, nella stessa piazza, il gesuita P. Francesco Pepe fece costruire la "Guglia dell’Immacolata", e per le ingenti spese necessarie volle servirsi solo delle elemosine dei devoti alla Vergine Maria, che numerosissimi risposero al suo appello.

"Santa Maria, donna bellissima, facci comprendere che sarà la bellezza a salvare il mondo".

Affianchiamo all'originale testo latino dell’Ufficio di S. Bonaventura una traduzione italiana, che però ha solo la funzione di far comprendere il significato delle espressioni latine, composte in modo che fossero adatte, anche come armonia e musicalità, alla recita corale.

Concludiamo con una preghiera dei nostri giorni, dedicata all'Immacolata e composta da Don Tonino Bello (1935-1993), già Vescovo di Molfetta, per il quale il 27 novembre 2007 è stato avviato il processo di beatificazione:

"Santa Maria, donna bellissima, attraverso te vogliamo ringraziare il Signore per il mistero della bellezza. Egli l'ha disseminata qua e là sulla terra, perché, lungo la strada, tenga deste, nel nostro cuore di viandanti, le nostalgie insopprimibili del Cielo. Santa Maria, donna bellissima, splendida come un plenilunio di primavera, riconciliaci con la bellezza. Tu lo sai che dura poco nelle nostre mani rapaci. Sfiorisce subito sotto i nostri ingordi contatti.

Santa Maria, donna bellissima, facci comprendere che sarà la bellezza a salvare il mondo. Non lo preserveranno dalla catostrofe planetaria né la forza del diritto, né la sapienza dei dotti, né la sagacia delle diplomazie. E' per questo, Santa Vergine Maria, che vogliamo sentire il fascino, sempre benefico, anche del tuo umano splendore, così come sentiamo la lusinga, talvolta ingannatrice, delle creature terrene. Perché la contemplazione della tua santità sovrumana ci aiuta già tanto a preservarci dalla palude. Ma sapere che tu sei bellissima nel corpo, oltre che nell'anima, è per tutti noi motivo di incredibile speranza. E ci fai intuire che ogni bellezza della terra è appena un ruvido seme destinato a fiorire nelle serre di lassù".


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